I Miura, la rock band fondata nel 2003 dagli ex componenti dei Timoria Diego Galeri e Illorca, tornano sulla scena musicale nazionale con il secondo lavoro discografico intitolato “Croci”, pubblicato su etichetta Target/Prismopaco e distribuito da Delta Dischi.
Cambio di assetto all'interno del gruppo: Max Tordini, ex cantante e frontman dei Mesas è la nuova voce dei Miura.
L'album contiene 11 brani inediti e la cover “Il cielo in una stanza” di Gino Paoli. Prodotto artisticamente da Giorgio Canali, vede la partecipazione di diversi artisti: Moltheni e Pietro Canali, Lubjan, Walter Clemente (Deasonika), Mirko Venturelli (Giardini di Mirò), Steve Dal Col (Frigidaire Tango), Marcello Todde (Mantra).
La matrice dei brani è rock ma con un sound molto personale dove si mescolano tutte quelle sfumature che vanno dalla new wawe, alla psichedelia, allo stoner al puro rock'n'roll.
Attualmente la band è composta da: Max Tordini (voce), Diego Galeri (batteria), Killa (chitarre e voce), Illorca (pensieri e parole) e Marcello Todde che seguira la band nell'imminente tour.
Il vostro ultimo album “Croci” è stato segnato da cambiamenti ed eventi significativi per la band, quanto hanno influito sulla realizzazione del disco?
DIEGO GALERI. Fondamentalmente è il prodotto delle nostre vite; bene o male chi fa musica conduce una vita per certi versi come quella di altri, quindi è normale che l'esperienza dei singoli vada a confluire nella produzione musicale e nei testi. Nel nostro caso le canzoni di “Croci” (n.d.r. ultimo lavoro discografico dei Miura) trattano e sono fortemente impregnate delle nostre recenti esperienze, non a caso abbiamo intitolato l'album “Croci” proprio perchè ci siamo resi conto, in fase di lavorazione e di elaborazione del disco, che ogni canzone racconta un po di noi, parla delle croci che portiamo sulle spalle. Abbiamo pensato di intitolarlo in questo modo per esorcizzare e metabolizzare queste nostre esperienze fatte negli ultimi anni. Credo che nel sentimento generale del disco ci siano delle positività, comunque nei testi non c'è mai un'analisi pessimista delle cose, pur se sofferti e intensi.
I cambiamenti sono stati tanti, uno dei quali è qui presente (indica Max), significativi e molto importanti; l'ingresso di Max nel gruppo ha dato nuova energia, forza ed entusiasmo al lavoro di tutti. Non che mancasse, io e Killa facciamo musica perchè è la nostra natura ed è quello che sappiamo fare meglio; però, ci sono stati dei momenti difficili, infatti aver trovato una persona come Max ci ha aiutato molto a ritrovare il lavoro giusto per continuare.
Dopo l'esperienza significativa con i Mesas ti sei ritrovato catapultato nel mondo dei Miura, com'è stato questo impatto?
MAX TORDINI. Quando è finita la collaborazione con i Mesas, una bella esperienza costruttiva, ho ricevuto la proposta di Diego e Killa di cominciare questa nuova avventura insieme, ed è stato stimolante come tutte le cose che cominciano, come tutte le prospettive nuove che si propongono davanti: è una cosa che mi ha coinvolto a 360°.
I pezzi di questo album ereno per lo più già scritti e ho dovuto interpretare una mia attitudine, un modo che avevo portato avanti fino alla rottura con i Meses: ho dovuto cancellare, resettare e ricominciare a interpretare questa strada nuova.
Sicuramente i Miura sono un punto di partenza per una cosa che piano piano si costruisce in maniera più che positiva. Dire che sono felice di essere qui sarebbe una frase banale, però tutto quello che stiamo facendo adesso mi rende tale, soprattutto a livello umano. Il rapporto umano è sicuramente ottimo dove ci sono persone che lavorano per lo stesso fine: creare della musica per fare cose che si sentono dentro.
Conclusa l'esperienza con i Timoria come hanno accolto i fans la nuova avventura con i Miura?
DIEGO GALERI. Molto bene! in molti hanno ascoltato con attenzione il primo disco e ne sono rimasti coinvolti, hanno seguito con attenzione il percorso dei Miura anche perchè credo che abbiamo interpretato il gusto rock che avevamo prima. Quindi, quelli che si aspettavano una musica di un certo tipo l'hanno trovata soprattutto nei Miura.
Facciamo un gioco, dovete dare un significato a delle parole che vi elencherò: Milano...
DIEGO GALERI. Ormai Milano è la città in cui vivo ed è un po la città in cui succedono tante cose soprattutto dal punto di vista musicale, per cui ha una profonda importanza già da subito, dagli inizi della mia carriera è sempre stata molto presente, come punto di riferimento, sie nei testi (n.d.r. canzoni dei Timoria) sia nella vita quotidiana di tutti i giorni Milano l'abbiamo vissuta molto. Oggi è anche la città in cui vivo, in cui sono nati i miei figli e dove ho la famiglia, ho un bel rapporto con Milano e ci sono affezionato.
MAX TORDINI. Io ci vivo! Sono contento di una cosa: Milano è una città, detta da un milanese, che si fa odiare, però, quando non ci stai dopo un po di tempo comincia a mancarti. Penso che sia un po la spiegazione di questa città, dove c'è tutto, dove alla fine ci si trova; è una città che da tanto, offre molto, forse ti chiede anche tanto.
Viaggio...
DIEGO GALERI. È abbastanza scontato per me pensare al passato ma credo che il viaggio sia un po il tema, il filo conduttore della musica fatta fino ad oggi, insieme anche con i Miura. Mi piace interpretare questa nuova esperienza, tutte le esperienze della mia vita come qualcosa che ti rimane nel cassetto e del quale trovi ispirazione.
Ovviamente anche i Miura sono in viaggio e non so bene dove ci porterà, però, l'ho intrapreso volentieri e ci sto bene.
I sociologi chiamano blasè l'uomo annoiato, metropolitano: ma chi è questo “eremita metropolitano” descritto nella tua canzone?
MAX TORDINI. L'uomo metropolitano è una persona che decide un bel momento della sua vita di prendere alcune sue cose e di intraprendere questo viaggio senza una meta ben definita; però questo viaggio lo affronta con un sacco di dubbi ma anche con la certezza di avere degli argomenti da poter esporre alle persone che incontra in questo viaggio.
L'eremita metropolitano (n.d.r. canzone inserita nell'album “Croci”) parla di questo, di una persona che non ha grosse aspettative però ha voglia di cambiare la propria direzione senza aver la presunzione di portarsi dietro grandi cose, ne comunque di avere un sacco di parole da regalare alle persone. Una frase che mi sento di associare a questo pezzo breve è, come diceva uno scrittore che ho studiato ai tempi della scuola: “la parola ha la potenza di calmare l'assenza delle cose”; questo eremita metropolitano che prende i suoi bagagli parte e se ne va, l'unica cosa che si sente di portare dietro è la sua parola. È l'uomo che vuole portarsi avanti nella propria vita facendo più esperienze possibili, lasciandosi dietro il passato per poi avere un sacco di cose da raccontare: magari un giorno qualcuno avrà la voglia e la pazienza di ascoltare.
Nel testo “Semidei” criticate l'azione diseducativa della televisione e consigliate di premere il tasto OFF del telecomando, è una provocazione o un consiglio da seguire?
DIEGO GALERI. Mi rendo conto che oggi la Tv ha raggiunto livelli di vuoto forse mai raggiunti precedentemente e purtroppo le nuove generazioni credo siano fortemente influenzate da questo nulla che la tv propina quotidianamente. Senza citare i vari programmi che sono tantissimi per i quali provo abbastanza ribrezzo mi sono reso conto che la Tv oggi è del tutto inutile ee è dannosa, quindi mi è venuto spontaneo scrivere questo testo per dare questa testimonianza. Mi rendo conto che spegnere la Tv è un gesto rivoluzionario e forte. Una casa con la Tv spenta è difficile da immaginare. Per cui, mi piacerebbe che si spegnesse la Tv più volte e si aprisse un libro più volte. Questo credo si importante soprattutto per ritrovare una certa profondità e la possibilità di pensare.
MAX TORDINI. La Tv sta facendo più danni che cose positive soprattutto una cosa che mi da molto fastidio è il fatto che stia vendendo la musica nella maniera peggiore. Sta facendo credere alle nuove generazioni che la musica sia una cosa che in realtà si fabbrica e si assembla come si fa con una macchina e poi si vede, in realtà non è così. La musica è fatta di tutt'altra cosa, è fatta di esperienze personali: parlo di una persona che si mette a scrivere un pezzo in base a qualcosa che sente.
Purtroppo la Tv sta facendo passare tutt'altro messaggio, che è importante essere lì, cantare un pezzo e alla fine il risultato è che abbiamo una situazione di persone quasi totalmente simili nell'espressione, nel modo di porsi, nel modo di parlare: stanno rendendo quello che era una cosa molto soggettiva come un fenomeno globale che invece non deve essere.
Nell'ultimo album avete avuto diverse collaborazioni, tra queste chi vi ha colpito significativamente? quanto è importante per i Miura collaborare con altri artisti?
DIEGO GALERI. Siamo partiti con l'idea di coinvolgere musicisti al di fuori dei Miura perchè abbiamo intrapreso il lavoro in studio in tre: io, Killa e Max senza avere un bassista nella band. Inizialmente abbiamo pensato di coinvolgere bassisti rock amici o conoscenti, o per i quali provavamo stima. Poi abbiamo iniziato a contattare un po di persone e quelle con cui siamo riusciti ad avere un buon rapporto sono sicuramente Walter dei Deasonika e Mirko dei Giardini di Mirò. Nel frattempo ho conosciuto Moltheni per altre cose e gli ho chiesto se gli andava di venire a cantare nel disco e lui ha accettato di buon grado, ed è venuto con Pietro Canali che è il tastierista. Man mano si sono aggiunte altre collaborazioni ed è stata una cosa decisamente positiva per noi perchè cerchiamo di confrontarci anche con altre realtà e questi musicisti hanno dato una colorazione e delle nuove interpretazioni alle canzoni. Abbiamo lasciato carta bianca a tutti e dato la possibilità di scegliere le canzoni nelle quali suonare, e ognuno credo abbia dato il meglio di sé nelle canzoni che a loro piacevano.
Nella canzone M.A.I.A. hai duettato con Lubjan, com'è stato collaborare con lei?
MAX TORDINI. È stato facile, in realtà quando lavori con una persona brava tutto quello che fai è molto più facile, se c'è affinità e complicità nel creare qualcosa tutto avviene in maniera molto più semplice. Non c'è stato bisogno di fare grosse manovre, Lubjan è bravissima e sono certo che abbia interpretato il pezzo come doveva essere interpretato. La collaborazione è stata meravigliosa.
Come giudicate i nuovi mezzi di comunicazione come il MySpace?
DIEGO GALERI. Sicuramente lo è, perchè permette a chiunque di raggiungere quello che cerca in poco tempo. Per chi fa musica è un immediato mezzo di comunicazione, addirittura ormai ci sono band che non hanno nemmeno più il sito ufficiale ma hanno solamente il MySpace. Noi guardiamo con attenzione a tutte queste nuove forme di comunicazione on line anche perchè credo che, bene o male, sarà la via per trovare nuovi sbocchi nel mercato musicale.
Cos'è la musica per voi?
DIEGO GALERI. È tutto! Da quando mi sono accorto che la musica faceva parte della mia vita non ho più avuto modo di pensare ad altre cose, quindi, per me è tutto e lo faccio con l'impegno possibile.
MAX TORDINI. La musica è sicuramente quello che personalmente mi da la forza di fare tutto, nel senso che è una grossa forma di espressione, di sfogo, di voglia di comunicazione, di raccontarsi anche, nel senso che quando mi trovo a scrivere un pezzo voglio raccontare una cosa che mi ha colpito, che mi è successa, voglio renderla in qualche maniera pubblica. Il fatto che uno si rispecchi nell'azione di qualcuno questa è una grande forma di comunicazione. La musica forse è la forma più diretta perchè non necessita di una particolare attenzione, di una particolare concentrazione, come quando si legge un libro. La musica è molto diretta, è emozione per una persona che la fa e per chi l'ascolta.
Avete partecipato ad una collaborazione teatrale realizzando la colonna sonora, come giudicate quella esperienza? Rifareste un'esperienza simile?
DIEGO GALERI. L'esperienza è stata positiva, Francesco Migliaccio che è il regista del monologo teatrale che si intitola “Niente più niente al mondo”, tratto da un testo di Massimo Carlotto, nel 2005 ascoltò il nostro album “In Testa”, e l'anno dopo ci chiese se poteva utilizzare le nostre musiche per lo spettacolo come colonna sonora. Da lì c'incontrammo e alla fine è nata una collaborazione al di là della colonna sonora. Per la prima dello spettacolo abbiamo suonato in teatro dal vivo e abbiamo anche riarrangiato “Il cielo in una stanza”, che era il brano trainante nel monologo; ci siamo divertiti parecchio a far questo tipo di lavoro e se ci fosse la possibilità di rifarlo lo rifaremmo.
Nel prossimo tour abbraccerete tutta l'Italia o avete notato una certa sensibilità in alcune parti del paese?
DIEGO GALERI. Bene o male in tutta Italia, andremo a suonare dappertutto. Questa estate faremo un po di date, festival e, poi, credo che il grosso del lavoro sarà in autunno.
Potete anticipare delle date significative?
MAX TORDINI. Stiamo per partire, stiamo caricando il furgone!
DIEGO GALERI. Sul nostro sito verranno pubblicate costantemente le date.
Come si vedono i Miura in futuro?
MAX TORDINI. Belli! Bellissimi! Più passa il tempo e si diventa belli, penso che già siamo carini così, poi più avanti...
DIEGO GALERI. La situazione nostra è molto più stabile e tranquilla di un anno fa. Credo che lavoreremo bene per i prossimi anni. Abbiamo già iniziato a lavorare e dei brani nuovi perchè non vogliamo far passare più così tanto tempo da un disco all'altro e mi auguro che già l'anno prossimo di pubblicare un terzo album.
www.miuramusic.com
https://myspace.com/miuramusic
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